È uscito per Carocci il volume a più mani "Educare a pensare" a cura di Marco Ferrari e Massimo Nardi. Nel testo, docenti, esperti di comunicazione e studiosi offrono contributi utili per praticare la disputa regolamentata e sviluppare importanti competenze quali analizzare problemi, valutare criticamente le informazioni, argomentare le idee, ascoltare e comunicare in maniera efficace, collaborare e partecipare in modo responsabile al lavoro in gruppo.
Qui un estratto del mio contributo dal titolo "La disputa felice e le virtù dell’argomentazione".
Come funziona il litigio e qual è il suo problemaSi prenda in esame il seguente scambio litigioso ingeneratosi
in un gruppo WhatsApp di persone che collaborano in ambito
professionale:
a Sempre la stessa storia, chiedo delucidazioni sulla consegna e
come risposta ho solo scuse.
b La “stessa storia” sei tu a crearla: intervieni a gamba tesa e non ti
preoccupi delle nostre condizioni di lavoro.
a Le condizioni di lavoro... ennesima scusa per non rispondere in
modo accurato.
b Siamo al muro contro muro, inutile discutere.
a Esatto. Perdita di tempo ed energie!
In queste interazioni sono ravvisabili le forme tipiche di una
discussione che degenera in scontro fin dalle prime battute. Si
tratta di uno schema che si ripete in molti scambi che, invece di
portare all’articolazione delle differenze di vedute, degenerano
presto in attacchi personali.
Il primo effetto osservabile è la “perdita del contenuto”. Nelle
prime due interazioni tra a e b emergono due problemi in
contrasto: da una parte la richiesta di informazioni disattesa
presentata da a, dall’altra le condizioni di lavoro difficoltose citate da b. Il conflitto che emerge dallo scambio avrebbe
richiesto di articolare le due visioni opposte, una basata su una
mancanza di comunicazione, l’altra su una mancanza di attenzione verso uno stato di cose.
Procedendo nelle interazioni successive è facile notare che i
due elementi di contenuto vengono a mano a mano persi in
favore di uno spostamento verso la relazione, che si deteriora: a accusa b di
trovare scuse invece di rispondere, b rigira l’accusa imputando
ad a di non avere la volontà di discutere. I temi della mancanza
di informazioni o delle condizioni di lavoro sono tralasciati
in favore dell’attenzione verso attacchi personali l’uno contro
l’altro.
Dal "conflitto di compiti" al "conflitto di relazione"
La discussione-litigio, pur partita da un contrasto, diventa
conflitto e, infine, guerra sul piano
della meta-discussione: «inutile discutere» e «perdita di
tempo ed energie». Per usare un’altra terminologia si passa da
un “conflitto di compiti”, che investe i contenuti e le azioni, a un
“conflitto di relazione”, e ciò diventa un ostacolo
alla possibile discussione.
Il secondo elemento ricorrente in tutti gli scambi litigiosi è
l’effetto “trasparenza negativa”: a e b con le loro parole fanno
intravedere elementi deteriori delle loro personalità e dell’atteggiamento l’uno verso l’altro che forse, in assenza di litigio,
avrebbero tenuto a freno.
Gli elementi, che afferiscono alla relazione, traspaiono e vengono percepiti con nettezza dall’uditorio, cioè dagli altri partecianti al gruppo di WhatsApp. Gli effetti reali di questa trasparenza si vedranno nel clima deteriorato dell’ambiente di lavoro,
nelle potenziali “chat parallele” e nel gossip che emergerà a
commento dello scambio.
Il terzo effetto è quello dello “spettacolo deplorevole”. Assistere a uno scambio del genere attira l’attenzione. I partecipanti
saranno attratti dalla scompostezza delle frasi, dalla curiosità di
vedere come va a finire. Inoltre, inizieranno a schierarsi chi con
a e chi con b prendendone le parti, anche solo interiormente, e
provando un certo piacere a vedere la parte avversa rintuzzata
in modo aggressivo. Risultato dello spettacolo sono i danni alle relazioni tra esseri umani, all’ambiente di lavoro e, assieme a
essi, la perdita di fiducia nella possibilità di discutere.
Anche se lo scambio comunicativo analizzato è solo un esempio
fra tanti, si può ben vedere come lo schema della perdita del
tema, dell’effetto trasparenza negativa e dello spettacolo deplorevole lo si ritrovi in ogni litigio a cui si assiste. È una dinamica che si ripete negli scontri tra esseri umani. Essere esposti a
interazioni simili può portare alla lunga a sentire una sorta di
stanchezza per il confronto, che si trasforma presto in sfiducia
verso la possibilità stessa di discutere.
I tre effetti negativi osservati ci suggeriscono i tre ingredienti
che una disputa felice dovrebbe sempre avere. Primo fra tutti
l’elemento della centralità dell’argomento. Finché in uno scambio si è in grado di tenere al centro il contenuto è possibile che
si generi una reale discussione. Appena ci si allontana da esso
si corre il rischio che l’interazione vada sul personale, sfoci
in generalizzazioni o altre modalità scomposte.
Le virtù della disputa
La “dedizione al tema” è una delle prime virtù che dovrebbe coltivare un
disputatore felice. Tutte le scelte espressive
dovrebbero concorrere a creare le condizioni per affrontare l’argomento senza distrazioni.
Da questo punto di vista sia a che b hanno condito le loro frasi
di elementi distraenti rispetto all’argomento: «sempre la stessa
storia», «solo scuse», «sei tu a crearla», «intervieni a gamba
tesa». Queste modalità espressive hanno avuto l’effetto di
spostare l’argomento dalle questioni centrali, su cui a e b erano
in contrasto, alle reciproche accuse su comportamenti scorretti.
Omettere frasi simili, o lasciarle cadere in fase di risposta, è
questione principalmente di virtù e di impegno personale da
parte dell’argomentatore.
In altre parole, siamo qui nell’ottica della “teoria della virtù
dell’argomentazione” che alcuni autori propongono come prospettiva che considera in una discussione anzitutto il comportamento dell’argomentatore prima ancora del ricorso a
modalità argomentative più o meno valide.
Tale punto di vista è particolarmente valido nel considerare
il secondo elemento del litigio: l’effetto trasparenza negativa.
Per correggerlo sono richieste una certa padronanza di sé e la
capacità di gestire le proprie emozioni. Vista da tale prospettiva, una discussione non si presenta eminentemente come uno
scambio di idee, quanto piuttosto come un’attività relazionale
che alimenta o deteriora legami tra esseri umani.
A questo livello opera tutta una serie di virtù che rientrano in quella che si
può definire “intelligenza emotiva”, ossia la
capacità di riconoscere i propri stati d’animo ed essere padroni
di essi, soprattutto in condizione di contrasto con gli altri.
C’è infine il tema dello spettacolo deplorevole. Il fine di una
discussione dovrebbe essere quello di contribuire al diffondersi della verità o, come sostiene Adelino Cattani, effettuare un collaudo delle proprie opinioni. Tale fine
implica che non sia solo perseguito il bene di ciascun disputante ma, assieme a esso, il bene del pubblico che assiste in
modo diretto o indiretto al confronto.
Nel caso dello spettacolo deplorevole il fine viene perso per essere sostituito da scopi
di dominanza o discredito tipici della comunicazione aggressiva, con il risultato finale di mettere
in discussione le persone e le loro qualità e non le loro diverse
opinioni su questioni che riguardano l’interpretazione dei fatti
del mondo. Alla fine nessuno ne trae un reale beneficio.
INDICE DEL VOLUME
Prefazione di Adelino Cattani
Introduzione di Marco Ferrari
1. Pensare, educare, disputare di Massimo Nardi
L’apparente banalità della cosa/Dimensioni del pensare/Educare a pensare?/Educazione del pensiero e apprendimenti/Pensare e disputare
2. Il protocollo di disputa Age Contra di Marco Ferrari
Le fasi del protocollo Age Contra/La scheda di valutazione del protocollo Age Contra/Ambiti di utilizzo del protocollo Age Contra/La potenza formativa della disputa regolamentata
3. La disputa felice e le virtù dell’argomentazione di Bruno Mastroianni
Dare forma alla discussione/Perché discutere?/Diversità e fallibilità aumentate/Come funziona il litigio e qual è il suo problema/Forma e contenuto, ovvero argomenti e scopi/Disinnescare il litigio, dare forma alla discussione/Valore educativo delle virtù dell’argomentazione
4. Stili di disputa e aikido verbale di Gian Paolo Terravecchia
Finalità della disputa regolamentata in ambito didattico/Per una nuova attenzione agli stili di disputa/Elementi per una logica delle prese di posizione/Prese di posizione tra karate verbale e aikido verbale/Due esempi di tecniche di aikido verbale e loro valore per la disputa/Bilanci e Dichiarazione di apertura
5. Dare ragioni per trovare ragione: argomenti e inferenze di Paolo Vidali
Che cos’è il ragionamento?/Ragionare in situazione/Per una geografia del ragionamento argomentativo/La verità come ricerca nel confronto razionale
6. Regole e condizioni per disputare bene di Andrea Gilardoni
Galateo della disputa/Il problema della definizione/Perché definire?/Come definire?/Del ben definire
7. Le fallacie o ragionamenti errati di Giulio Santagada
Le fallacie formali/Le relazioni causali/Le fallacie statistiche/Le fallacie ad personam/Pensare criticamente
8. DisputIAmo. Sull’uso dei LLM per la didattica dell’argomentazione di Pier Cesare Rivoltella
La comunicazione artificiale/Usi didattici dei LLM: dalla personalizzazione alla discussione/ Conversando con l’IA: gli applicativi alla prova dei fatti/Discutere con l’IA: vantaggi e attenzioni da tenere/Per concludere: quali implicazioni didattiche?
9. Il corpo, la voce e il gesto nella disputa di Luca Vullo
Un teatro speciale/Dialogo e lavoro di squadra/L’importanza del disputare/Per una comunicazione efficace nella disputa regolamentata/Nella disputa e oltre
10. La formazione dei docenti e la disputa regolamentata. Un’opportunità di Gabriele Laffranchi
Formazione continua: una questione recente/Quale formazione per la professione docente?/Formare alla disputa regolamentata/Invito alla scoperta
11. “Argomentazione”: deve essere una disciplina curricolare? di Leonardo Galantucci
Prologo pro (Carlotta)/Prologo contro (Carlotta)/Argomentazione pro (Pietro e Romano)/Dialogo socratico contro (condotto da Sofia e Alessandro, rispondono Pietro e Romano)/Argomentazione contro (Sofia e Alessandro)/Dialogo socratico pro (condotto da Pietro e Romano, rispondono Sofia e Alessandro)/Esame critico pro (Achille)/Difesa contro ( Jennifer)/Esame critico contro (Achille)/Difesa pro (Nikita)/Epilogo pro (Matteo)/Epilogo contro (Alessandro)/Riconoscimento (squadra pro)/Riconoscimento (squadra contro)/Convincere e convivere
12. Allenare il pensiero a domandare e argomentare di Massimo Nardi
Pensare è domandare/Pensare è argomentare/Prospettive didattiche
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