Strumenti per un confronto responsabile, anche nel disaccordo

 


Come rendere le nostre conversazioni digitali e dal vivo più sane? È la domanda che ci siamo posti assieme a Carlotta Valitutti moderati da Vincenza Gargiulo al Festival della Comunicazione non Ostile.  

Un fenomeno che capita a tutti, sia nelle conversazioni faccia a faccia che, ancor di più, nel contesto digitale, è che mentre qualcuno ci sta scrivendo, noi siamo già impegnati a riflettere su cosa rispondere. Questo è uno dei principali ostacoli a una comunicazione sana: è fondamentale saper ascoltare veramente gli altri. Sebbene possa sembrare un consiglio scontato, è importante ribadirlo. Non dovremmo concentrarci su cosa diremo, ma piuttosto impegnarci a leggere con attenzione ciò che l’altro sta scrivendo. 



Per condurre conversazioni sane ci vogliono tre ingredienti: umiltà, dedizione al tema e autoironia. Partiamo dall’umiltà: saper gestire una discussione conflittuale con efficacia richiede la capacità di mantenere la propria posizione autentica senza esagerare o estendere troppo le proprie competenze. Bisogna attenersi a ciò che si sa realmente, evitando di divagare oltre le proprie conoscenze. Questo approccio generalmente facilita la gestione di situazioni difficili. 

 Il secondo consiglio è rimanere sul tema. Uno degli errori più comuni durante una discussione accesa è deviare dal punto centrale del conflitto. Il litigio, infatti, spesso diventa una manovra per evitare il confronto diretto sul problema iniziale. Per esempio, si può ricorrere a un attacco personale o a una categorizzazione che sposta l’attenzione dal tema originale. È quindi essenziale concentrarsi sul punto centrale della discussione. 

 Il terzo consiglio, riguarda l'autoironia. È utile osservare la conversazione da una certa distanza, come se fossimo spettatori di noi stessi. Questo ci consente di prendere decisioni più ponderate, specialmente quando si tratta di evitare di reagire impulsivamente alle parole pungenti. Avere un po’ di indulgenza, lasciando scivolare alcune affermazioni imprecise o provocatorie, può favorire il recupero di una conversazione che altrimenti rischierebbe di degenerare. Se, infatti, ci soffermiamo sulle provocazioni altrui, finiamo per moltiplicare il conflitto. 

Esistono conversazioni irrecuperabili? Purtroppo sì, ed è importante riconoscerle. Sapere quando fermarsi è una parte essenziale di una discussione produttiva. Se, dopo aver ignorato le provocazioni e il linguaggio offensivo, resta comunque un nucleo di significato o valore, vale la pena proseguire. In tal caso, è necessario raccogliere ciò che rimane e aggrapparsi ad esso. Tuttavia, se, una volta rimosso il fango, non resta più nulla di significativo, la discussione non porta più da nessuna parte. È il momento di cessare ogni confronto. Continuare a discutere all’infinito, infatti, è inutile e dannoso.