1. Il termine #fakenews è ormai usato come arma retorica per rifiutare il pensiero dell’altro, non ci aiuta a capire qual è il vero problema: il disordine informativo in cui siamo immersi.
2. La riduzione alle categorie di vero/falso non è adatta per giudicare le narrazioni che descrivono la realtà (questo sono le notizie), la sfida è più impegnativa del fact checking.
3. Non basta distribuire contenuti (anche di qualità ) se poi non si accetta di seguirli e di prendersi cura delle discussioni che si generano online.
4. Il ruolo dei giornalisti oggi non più essere più solo di watchdog della democrazia o di segugi a caccia di storie di interesse pubblico: a questi si deve aggiungere il compito di cani da pastore che seguono i contenuti e le notizie rielaborate e discusse dai lettori nella conversazione online.
Qui sotto il video dell'intervento.
(Per rivedere l'intero panel con Marco Tarquinio, Francesco Piccinini e Lucio Brunelli, moderati da Alessandro Banfi clicca qui)
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