Il problema non sono le fake news ma il sovraccarico di informazioni (e di libertà)

di Bruno Mastroianni


Il problema non sono le fake news (le bufale) il problema è il sovraccarico informativo in cui tutti, senza esclusione, viviamo.

Il tema delle troppe informazioni c'è da sempre. Ogni campo del sapere umano è abbastanza vasto da non permettere a nessun singolo individuo di poterlo padroneggiare. Per questo i professori ci fanno da guida nella selezione dei contenuti da studiare, per questo quando abbiamo una necessità ci rivolgiamo a professionisti che ci aiutino a prendere decisioni, selezionando informazioni rilevanti tra le infinite possibilità.

Dividiamo gli esperti dai neofiti proprio in base a quanto sappiano districarsi nel sovraccarico: i primi hanno passato più tempo e speso più energie a vagliare, confrontare, mettere alla prova (sul campo o teoricamente) le diverse possibilità. Ogni settore ha il suo sovraccarico e i suoi esperti che faticano e "lottano" quotidianamente per districarsi tra le informazioni, per individuare le più rilevanti e significative allo scopo di fare scelte efficaci.

C'è una professione però che, da sempre, ha avuto un compito trasversale rispetto al sovraccarico settoriale: quella dei giornalisti e dei comunicatori. Il loro compito è sempre stato quello di entrare nel sovraccarico degli altri (e delle loro conseguenti selezioni) per porre in atto una seconda cernita e renderla comprensibile e digeribile al grande pubblico. La loro professionalità – fatta di scelta delle fonti, verifiche, considerazione della rilevanza delle informazioni – li ha sempre messi nelle condizioni di guadagnarsi il ruolo di mediatori nell'individuare notizie e nel saper sottoporre all'attenzione dei più ciò che veramente conta.

Ora il punto è che con la rivoluzione digitale quell'accesso al "sovraccarico dei sovraccarichi", che prima competeva quasi solo ai giornalisti, è ora nel palmo della mano di ciascuno. Connessi in rete abbiamo a disposizione un mare di informazioni non selezionate, non controllabili, non vagliate da nessuno. E siamo anche stati abilitati a contribuire a nostra volta all'iper-sovraccarico, giacché con i nostri post, tweet, retweet e condivisioni, abbiamo il potere di dare peso, voce, spazio a qualsiasi contenuto di fronte a chi è connesso con noi, senza alcun controllo da parte di alcuna autorità.

La radice delle bufale, dei comportamenti primitivi e della post-verità è qui: nel sovraccarico dei sovraccarichi in cui tutti siamo stati gettati senza più alcun filtro o mediazione. Questo ha cambiato il mondo, sopratutto per chi, prima, aveva il ruolo di mediatore.

E non è un problema di metodo o procedure, ma esistenziale: siamo gettati nel mare del "tutto e contrario di tutto" e non si può tornare indietro. Inutili le proposte di giurie (popolari o esperte) che distinguano ciò che è vero dal falso, o di algoritmi virtuosi o regole varie per aggiustare ciò che non ha possibilità (né bisogno) di essere aggiustato. Sono proposte che nascono dalla nostalgia della mediazione.

Può sembrare uno scenario terrificante, e invece è una grande occasione. Perché, nonostante siamo gettati nel sovraccarico dei sovraccarichi, rimaniamo liberi. Possiamo confonderci al massimo, mischiando i sovraccarichi nostri e altrui reagendo e provando odio per ciò che ci contraddice, è diverso, è minaccioso; oppure possiamo scoprire che la possibilità di confronto e "messa alla prova" delle nostre informazioni e convinzioni ha raggiunto dimensioni mai viste prima. Sta solo a noi.

Quel che è sicuro è il definitivo tramonto della mediazione a priori: non ci sarà più un'autorità, un sostituto, una guida supplente, che possa intervenire prima e al nostro posto. Il mare di informazioni in sovraccarico è ormai il nostro ambiente vitale abituale. Non abbiamo alcuna possibilità di esserne preservati, abbiamo solo bisogno di strumenti culturali adeguati per imparare a viverci in modo proficuo.

Cosa ci spaventa? Il ritorno in primo piano della intenzionalità e della scelta. Due cose che non competono a nessun mediatore né autorità, che non possono essere imposte né controllate: spettano solo alla libera iniziativa di ciascuno. Le fake news, l'odio in rete e lo stesso sovraccarico informativo, sono solo sintomi; non di una malattia ma di una realtà: dobbiamo trovare strade per vivere all'altezza della grande libertà che ci siamo procurati. È un'ottima notizia.