A fine giugno sono intervento a #InspiringPR, un evento davvero ben organizzato. Nei dieci minuti sul palco ho cercato di parlare di Papa Francesco e della #francescoterapia: la sua capacità di mettere di fronte a se stessi tutti - credenti e non - facendo cadere gli schemi e le barriere (religiose, culturali e sociali) dietro cui di solito ci trinceriamo per difenderci. Di fronte a lui - e al suo continuo avvicinarsi - si rimane come nudi, si è persone davanti ad altre persone, senza inutili sovrastrutture che compromettono il dialogo. Qui di seguito il video del mio intervento.
Riprendo questo tema pensando al Web e ai social. Soprattutto in riferimento al fenomeno delle bolle di opinioni omogenee e delle echo chambers in cui spesso siamo immersi: connessi con i nostri simili tendiamo a cercare conferme su ciò che già crediamo e pensiamo. Difficilmente andiamo a cercare chi mette in difficoltà le nostre concezioni.
Non solo uscire dalla bolle, ma entrare nelle bolle altrui
Quando facciamo questa analisi pensiamo spesso allo sforzo che occorre fare per uscire dalle bolle. Ma ci dimentichiamo di tutta un'altra parte importante del lavoro. Infatti non basta che ciascuno maturi la capacità di allargare i propri orizzonti, ci vuole anche l'impegno per andare a cercare l'altro nelle sue bolle per incontrarlo: il Web ha bisogno di persone capaci di superare i muri di opinioni omogenee. Io li chiamo i rompi-bolle. Di fatto di rompi-bolle così ce ne sono molti. Interagire con loro online è un piacere e un continuo stimolo.
Il rompi-bolle è il contrario di un troll o di un hater. Mentre quest'ultimi infatti rompono i contenuti altrui con insulti e polemiche, distruggendo la discussione, i rompi-bolle sanno infrangere ciò che compromette la conversazione (pregiudizi, categorie preconcette, barriere mentali) per mantenerla in salute e valorizzarla.
Il rompi-bolle è capace di grande umanità e relazionalità . Sa avvicinarsi, non ha paura di entrare nella bolla dell'altro per comprendere i suoi pregiudizi, si mette a lavorare su di essi, con pazienza, con ironia e autoironia, facendo tutto il percorso necessario. Se ci pensiamo è proprio quello che fa Papa Francesco su qualsiasi tema: riesce sempre ad affrontarlo in modo tale che tutti si sentano interpellati lì dove sono.
Più punti di vista ci sono e meglio è
Il classico sintomo del rompi-bolle è pensare che più opinioni si esprimono, più punti di vista ci saranno, tanto migliore sarà la discussione. Così come la volontà di rispondere a tutti coloro che con intelligenza e impegno oppongono obiezioni e rilievi. Sintomi invece del troll-hater sono: vedere ogni questione come terreno di schieramento, iniziare i commenti sempre con "sono d'accordo o non sono d'accordo", darsi al "benaltrismo" uscendo dal tema in oggetto, determinare sempre un "noi-voi" su ogni problema e così via.
La Rete rischia di essere una vasta distesa di bolle che non si toccano. Un grandissimo impoverimento delle potenzialità che le tecnologie digitali ci offrono. Allora, oltre allo sforzo educativo di attrezzare le persone a uscire dalle bolle, ci sarà bisogno anche di una schiera di rompi-bolle pazienti e umani che si dedichino costantemente ricordare la totale inutilità delle barriere: siamo nati per confrontarci, perché opporsi a tale aspetto cruciale della nostra natura?
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